Recensione:
La mia bottiglia per l’oceano – Michel Bussi

La mia bottiglia per l'oceano Michel Bussi recensione
  • E/O
  • 432 pagine

  • Apprezzamento

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Con La mia bottiglia per l’oceano Michel Bussi ci porta in un viaggio paradisiaco che si macchia inesorabilmente di sangue.
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Cinque promettenti scrittrici hanno vinto un concorso per partecipare ad un laboratorio di scrittura sull’isola di Hiva Oa, in Polinesia Francese, con il famoso romanziere Pierre-Yves François. La scomparsa di quest’ultimo dà origine a un misterioso evento su cui ognuna delle partecipanti indagherà a modo suo.

Bussi ha un grande dono – e non mi stancherò mai di dirlo – che è la capacità di farci conoscere e portarci in posti strabilianti con la sua scrittura. Grazie all’immersione in queste 400 pagine veniamo introdotti alla cultura e alle diverse tradizioni delle isole Marchesi.

Rispetto ad altri lavori dello scrittore francese, in questa storia, mi è mancato un po’ il mordente, la spinta che innescasse una morbosa curiosità.
Seppur gli elementi inseriti e sparsi nella narrazione siano molto suggestivi e i riferimenti a Dieci piccoli indiani siano molteplici, dichiarati espressamente anche nella narrazione, non è scoccata la scintilla in me.

Credo che però gli amanti di Michel Bussi non possano negarsi questa avventura e magari innamorarsi di un nuovo quadro magistralmente dipinto a parole.

Voto: 7+

Ho ricevuto una copia di questo libro da parte di E/O che ringrazio.


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