Recensione:
Padri – Giorgia Tribuiani

Padri Giorgia Tribuiani recensione
  • Fazi
  • 220 pagine

  • Apprezzamento

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Padri di Giorgia Tribuiani è una lunga riflessione sul rapporto genitore – figlio e sull’accettazione della fallibilità delle persone.
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Diego Valli si risveglia davanti a quello che era stato il suo appartamento e che adesso appartiene al figlio Oscar, lasciato bambino e invecchiato ormai di oltre quarant’anni. 
Da questa circostanza inizia una narrazione frenetica, come una pallina da ping pong che rimbalza nella storia, dai pensieri alle parole e alle azioni, senza mai fermarsi.

Un flusso continuo che analizza i rapporti familiari, talvolta costituiti da silenzi, incomprensioni e incapacità di parlarsi e/o ascoltarsi. La storia regala in qualche punto qualche emozione forte e profonda.

La scelta di una prosa e di una narrazione così particolare, personalmente, mi ha reso difficile seguire attentamente i miei ed i suoi ragionamenti e proseguire in una sciolta lettura. Ho perso qualche volta il contatto con la storia e ho fatto fatica a rientrarci.

Purtroppo, per questi motivi, non sono riuscito ad apprezzare pienamente la scelta stilistica dell’autrice, che però consiglierei a chi adora quei libri scritti a mo’ di flusso di pensieri. Il libro è diviso in capitoli.

Voto: < 6

Ho ricevuto una copia di questo libro da parte di Fazi che ringrazio.


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