Recensione:
La custode dei peccati – Megan Campisi

La custode dei peccati Megan Campisi recensione
  • Nord
  • 393 pagine

  • Apprezzamento

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La custode dei peccati di Megan Campisi ci riporta indietro nel tempo a quando esistevano le mangiapeccati: delle temute, disprezzate ma indispensabili donne con un compito gravoso da compiere.
La custode dei peccati Megan Campisi. recensione
In un mondo in cui ad ogni peccato corrispondeva un cibo, proprio loro avevano il difficile fardello di raccogliere le confessioni dei morenti, farsi preparare il pasto e, mangiandolo, assumersi le colpe del defunto, liberando l’anima dello stesso.

Un interessantissimo spaccato storico reale ambientato però in una Inghilterra fittizia (seppur i rimandi all’epoca elisabettiana siano molteplici) con un enigma misterioso da risolvere.

All’interno del romanzo ci sono alcune riflessioni stimolanti su quando un’azione diventi peccato in base a chi la compie e agli occhi di chi guarda, sulla solitudine e sull’emarginazione. 

Il piccolo rebus è intrigante ma ho trovato l’ambientazione non completamente appagante. Personalmente avrei preferito qualcosa dì più vicino alla realtà storica, con nomi di regine esistite e nozioni croccanti (qualcosina però c’è e mi ha reso felice 😉).

Un buon libro con ingredienti diversi amalgamati bene.

Voto: 7,5

Ho ricevuto una copia di questo libro da parte di Nord che ringrazio.


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