Recensione:
Le nostre anime di notte – Kent Haruf

le nostre anime di notte
NN
171 pagine

Kent Haruf ha un modo di scrivere molto particolare e, secondo me, il primo approccio ad un suo libro può essere un pochino difficoltoso. I dialoghi, per esempio, non sono mai virgolettati e questa cosa potrebbe disturbare.

Le nostre anime di notte però è molto godibile, è adatto all’autunno e soprattutto ha una tematica, per la mia libreria, inedita.

I protagonisti, Addie e Louis, sono due persone “in là con l’età”, vedovi e senza grandi impegni giornalieri, che decidono di dormire insieme durante la notte, proprio quando i pensieri diventano dei martelli demolitori e picchiano più forte.

La solitudine vissuta in età avanzata, fatta da vuoti difficili da colmare, da assenze pesanti e non volute, dal sentirsi inutili e non apprezzati, è la compagna di molti percorsi ed è raccontata bene in questo romanzo.

La soluzione trovata dai due protagonisti per sfuggirvi è geniale ma non così semplice da attuare: i pettegolezzi di paese e le rispettive famiglie saranno degli ostacoli difficili da affrontare.

Ma perché dovremmo farci influenzare dagli altri per le nostre scelte e vietarci di sentirci vivi? Perché dovremmo perdere un’occasione d’oro per evitare che qualcuno possa criticarci?

Voto: 8-


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