Recensione:
Libero scorre il fiume – Eleanor Shearer

Libero scorre il fiume Eleanor Shearer recensione
  • Nord
  • 368 pagine

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Libero scorre il fiume di Eleanor Shearer racconta il viaggio di una madre alla ricerca dei suoi figli tra Barbados, Guyana Britannica e Trinidad.
Libero scorre il fiume Eleanor Shearer recensione
Ambientato nella prima metà del 1800, la corsa di Rachel inizia quando il padrone della piantagione in cui ha trascorso tutta la sua vita annuncia la fine della schiavitù e l’inizio di un periodo di 6 anni obbligatori di apprendistato.
Tra speranza, forza di volontà e paura il percorso della protagonista scorre come un fiume domandandosi cosa sia effettivamente la libertà.

Avete mai pensato a cosa si provi a essere trattato al pari di un animale o forse, ancora peggio, di un oggetto? A non aver alcun diritto sul proprio pensiero, sul proprio corpo e sui propri figli?
Riuscire a immedesimarsi in una scatola così piccola non è semplice ma l’autrice ci trascina da una costa all’altra dell’America centrale per scoprirlo e capirlo.

È una storia diretta che parla di schiavismo in maniera lucida ma non complessa e pesante.
In una narrazione ciclica tocchiamo diversi mondi, prospettive e consapevolezze.

Un libro che ci permette di conoscere una parte di storia che probabilmente abbiamo sempre studiato a scuola ma che è rimasta in penombra, senza dargli il giusto peso o la giusta concretezza.

Emotivamente non mi ha strapazzato ma è difficile rimanere indifferenti di fronte a tutto ciò.

Voto: 8


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