Recensione:
Il gioco dell’angelo – Carlos Ruiz Zafón

Il gioco dell'angelo Carlos Ruiz Zafón recensione
  • Mondadori
  • 676 pagine

  • Apprezzamento

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Della mia splendida vacanza a Barcellona mi ricordo il sole, i colori, il caldo, le stupende opere di Gaudí e poi, sotto sotto, un’atmosfera più cupa legata, forse, al Barrio Gotico.
Proprio su questa sensazione, che dovete ammettere è una pennellata da maestro in confronto alla Barcellona solare che amiamo, Carlos Ruiz Zafòn in Il gioco dell’angelo è riuscito a costruire una nuova storia che continua a rimandare al primo volume di questa quadrilogia.
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Il sogno del giovane David Martin è di diventare uno scrittore ma, quando deciderà di pubblicare quella che sembra essere un’opera rivoluzionaria per un misterioso editore, non si renderà conto che non gli aspetteranno solo onore e gloria.

La penna dello scrittore è solita costruire dei castelli di parole misteriosi, che ci avvolgono per più di 600 pagine, ci appassionano e non ci pesano. E poi svaniscono.

Il confronto con L’ombra del vento è inevitabile e schiacciante, anche se lo ritengo comunque un buon libro moderno. Magico.

Voto: 8,5


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