Recensione:
Il ladro di anime – Sebastian Fitzek

Il ladro di anime Sebastian Fitzek recensione
  • Einaudi
  • 229 pagine

  • Apprezzamento

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Il ladro di anime di Sebastian Fitzek è ambientato in una clinica psichiatrica immersa nella campagna innevata dove il nostro protagonista si risveglia senza ricordarsi chi sia e come sia arrivato in quel posto: la diagnosi è amnesia retrograda.
Come se non bastasse, ben presto scoprirà che all’interno della struttura si aggira il serial killer chiamato “il ladro di anime” che svuota la mente delle sue vittime lasciandole a meri involucri.
L’idea è buona, lo sviluppo un po’ meno.
Il ladro di anime Sebastian Fitzek recensione
È un thriller che io ho trovato un po’ caotico, ogni tanto mi sembrava che tra una azione e l’altra mancasse un pezzo.
Ho anche trovato il tutto poco realistico: va bene, è un thriller e quindi si sa che un pochino si esagera, ma più o meno tutti riportano continuamente delle ferite gravi per le quali a pagina 30 l’autore avrebbe già dovuto chiudere il libro per assenza di personaggi rimasti vivi. A livello di tempistiche mi sembra tutto un po’ tirato.

La struttura del romanzo è studiata apposta per creare dei colpi di scena inaspettati che si fanno apprezzare ma che non sono riusciti a risollevare e a farmi rivalutare il tutto.
Punti a favore: è scorrevole e alla fine niente rimane in sospeso.

Voto: 7-

PS: c’è un piccolo scherzetto che 😱.


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