Recensione:
Sabbia nera – Cristina Cassar Scalia

Sabbia nera Cristina Cassar Scalia recensione
  • Einaudi
  • 392 pagine

  • Apprezzamento

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In Sabbia nera, primo libro della serie poliziesca nata dalla penna di Cristina Cassar Scalia, incontriamo il vicequestore Vanina Guarrasi alle prese con un caso che ci riporta indietro nel tempo, in una Catania degli anni 50. 
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La storia è coinvolgente sin dalle prime pagine sia grazie alla scrittura fluida e moderna che, per quanto mi riguarda, all’audiolibro di Storytel. L’intonazione, i vari accenti e il colore della voce narrante mi hanno permesso, per più di 10 ore, di sentirmi in Sicilia, in un contesto che abbraccia il lettore.

Ovviamente, in ottica della serialità, vengono portati su carta anche il difficile passato e la vita privata del vicequestore. In verità questi spezzoni, seppur godibili, li ho trovati leggermente eccessivi, come se fossero stati inseriti forzatamente per creare le fondamenta per il futuro. Nulla di così pesante ma ogni tanto interrompono il filo delle indagini.

Prima di iniziare la lettura mi sono imbattuto in molte recensioni che paragonavano Scalia a Camilleri. Io non mi sono mai destreggiato tra le avventure di Montalbano per via della notevole presenza del siciliano (non capendolo mi blocco) e quindi non posso espormi. Però le espressioni dialettali in Sabbia nera sono molto limitate e questo lo trovo un punto a favore.

Mi sento di sbilanciarmi nel dire che la Guarrasi riuscirà a strappare un posticino nella vostra libreria, magari di fianco al commissario italiano più famoso.

Non vedo l’ora di proseguire con le sue prossime avventure!

Voto: 8-


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